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Finalmente i privati tornano a comprare

Roma, 28.05.15

Con una crescita del 24,4% ad aprile, il mercato dell’auto in Italia consolida il suo trend positivo, portando il saldo nei primi quattro mesi dell’anno al 13%. Una ripresa, già iniziata lo scorso anno, continuata nei primi mesi del 2015 in modo sempre più consistente, fino al risultato di aprile che, a prima vista, potrebbe sembrare eccezionalmente esaltante.
Come molte associazioni di categoria hanno sottolineato, il trend positivo è meno evidente nella realtà di quanto i numeri facciano sperare: nel quadrimestre le 40.000 targhe in più rispetto allo stesso periodo del 2014 sono sicuramente un exploit, ma il confronto è fatto con uno dei periodi più neri della storia del mercato dell’auto in Italia: lo scorso anno, infatti, si ebbe un volume delle immatricolazioni assai simile a quello della fine degli anni Settanta.
Cerchiamo quindi di vedere dentro i numeri, “spacchettandoli” in modo più efficace rispetto alla più semplificata suddivisione proposta dall’UNRAE (cioè privati, aziende e noleggio), con l’ausilio di Dataforce, la multinazionale con sede a Francoforte che fornisce all’industria automobilistica internazionale informazioni statistiche segmentate nel dettaglio.
Quali sono i canali di vendita che nel primo quadrimestre hanno fatto registrare le migliori performance? Come si può notare nella tabella, la crescita più accentuata in termini di volumi (quasi la metà delle vendite aggiuntive) è quella degli acquirenti privati, ovvero il “grande malato” del mercato negli ultimi anni. Le cosiddette “flotte vere”, cioè gli utenti business reali (aziende, ditte individuali, liberi professionisti e utilizzatori di noleggio a lungo termine) hanno fatto invece segnare un incremento molto più modesto rispetto a quello dell’intero mercato (che ha sfiorato il +17%): 17.319 auto nuove in più. Piuttosto vigorosa, infine, la crescita dei cosiddetti “canali speciali” (cioè il noleggio a breve termine e le auto-immatricolazioni dei dealer, delle case costruttrici nazionali e dei distributori delle marche estere): +27%.
Scendendo nel dettaglio di analisi sul mercato business, in ottima salute appare il comparto degli acquisti diretti delle imprese: +22,6%, mentre si conferma la crisi del rinnovo del parco circolante delle flotte pubbliche e degli utilizzatori professionali (taxi, autoscuole e noleggi con conducente), il cui calo delle immatricolazioni è di oltre 27 punti percentuali: un dato rimasto pressoché costante da inizio anno.
Tra i fruitori di long rent, netta la prevalenza dei fornitori di emanazione bancaria, il cui tasso di crescita si è attestato attorno al 26%, mentre gli operatori captive (cioè le società di noleggio a lungo termine che appartengono ai costruttori), hanno fatto registrare un saldo positivo delle immatricolazioni del 6,5%. Nel primo quadrimestre, le nuove targhe delle captive NLT hanno monopolizzato soltanto poco meno di una vendita su tre, mentre nell’aprile del 2014 il mercato dell’auto aziendale in affitto era equamente diviso a metà tra captive e i principali player di emanazione bancaria.
Nel noleggio a breve termine, che continua a crescere anche ad aprile, sebbene in modo meno accentuato rispetto ai primi mesi del 2015 (l’“effetto Expo” si è ormai attenuato), la parte del leone continuano a farla i player principali che operano in questo settore: Avis, Europcar, Hertz, Maggiore e Sixt, ossia le cosiddette “Big Five. Raddoppiate le immatricolazioni dei rent-a-car di dimensioni minori.
Ma c’è un altro settore del mercato che ha fatto registrare un importante aumento delle vendite: i costruttori (cioè le immatricolazioni dei manufacturers nazionali, ovvero il Gruppo FCA), che nei primi quattro mesi del 2015 hanno fatto lievitare le proprie nuove targhe del 160% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Quello dei Costruttori è però un dato poco significativo nella misurazione della “temperatura” del mercato italiano dell’automobile (si tratta di immatricolazioni conseguenti il lancio di nuovi modelli, oppure di “demo” per le prove degli addetti ai lavori, oppure ancora di km zero da smaltire tramite stock locator).
Rimangono da analizzare altri due canali di vendita, per completare il quadro della mix delle vendite d’auto nel primo quadrimestre di quest’anno: gli importatori (cioè i costruttori stranieri che operano in Italia attraverso filiali dirette oppure mediante aziende italiane con contratto di rappresentanza) e le immatricolazioni dei dealer (che in molti casi sono automobili poi rivendute nel canale delle km zero, vedi box. Le nuove targhe degli importatori sono cresciute del 30%; invece i dealer hanno fatto registrare un arretramento significativo: -11%. Un dato che va esaminato con estrema attenzione: significa che i concessionari stanno puntando sulla redditività, cioè su vendite “vere”, che producono margini di profitto. In sostanza stanno cercando di evitare, ove è possibile, il gioco perverso delle targhe a ogni costo, che spesso si traduce in km zero, una fetta cospicua delle quali si dimostra pressoché invendibile e vanno quindi a gravare sui bilanci delle aziende. Ad aprile sono state 5.000 le auto in meno che, con tutta probabilità, non andranno a “inquinare” un mercato che, finalmente, inizia a dimostrarsi maturo, perché pare aver trovato la giusta ricetta per uscire dalle secche della crisi.

Quali km zero nel 2015?
Esaminando le auto-immatricolazioni dei concessionari nel primo quadrimestre del 2015, è possibile identificare con una buona approssimazione quali siano le km zero più targate nel periodo. La graduatoria che riportiamo in tabella identifica quali sono stati i modelli di automobili che nel corso di questo periodo sono state targate in maggior numero con intestazione diretta a un dealer appartenente alle organizzazioni di vendita ufficiali delle Case costruttrici (a confronto con il totale delle immatricolazioni di quel modello).
Ai primi cinque posti della graduatoria ci sono vetture di FCA: Fiat Panda, Lancia Ypsilon, Fiat 500, Punto e 500 L. Ma mentre per la Panda le immatricolazioni dei dealer rappresentano una quota inferiore al 10%, per l’utilitaria Lancia le demo e le km zero sono state una su cinque delle nuove targhe.  Per l’Alfa Romeo Mito, all’ottavo posto nella graduatoria dei modelli più “auto-immatricolati”, addirittura una su tre.
Tra le vetture di fabbricazione estera, la Nissan Micra risulta al primo posto delle auto-immatricolazioni, seguita dalla Toyota Yaris e dalla Smart ForTwo. Attenzione, però: non tutte le auto riportate in tabella si traducono con certezza in km zero. Alcune automobili sono le “demo” per le prove dei clienti che entrano in concessionaria. Come fare a distinguerle? La sicurezza assoluta non c’è, ma se un modello è di esordio recente, quasi sicuramente non sarà una km zero, bensì una “quota lancio” per il debutto sul mercato.

In caso di pubblicazione, indicare sempre: “Elaborazione Dataforce su fonte Ministero Infrastrutture e Trasporti e ACI”.

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