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Il Noleggio a Lungo e Breve Termine ad agosto: analisi sui trend delle alimentazioni dal 2015 al 2019

Roma, 20.09.19

A seguito delle modifiche del tracciato ACI delle nuove immatricolazioni decise in conformità del Regolamento Ue 2016/679 (GDPR), la consueta analisi delle immatricolazioni per singolo operatore non viene pubblicata. Contiamo di superare questa ulteriore difficoltà nel dare trasparenza al comparto del noleggio con i dati di settembre.

Per questo mese, Dataforce ha preferito concentrarsi su un focus per alimentazioni, analizzando il trend dei cluster più significativi, mettendo a confronto le scelte del noleggio a lungo termine (e quelle del breve termine) del 2019 rispetto agli anni precedenti.

Qualche dato del comparto possiamo comunque darlo: ad agosto il noleggio a lungo termine, dopo quattro mesi di incremento (aprile +13,49%, maggio +20,23%, giugno +5,95% e luglio +3,49%) è tornato al segno negativo, come nell’ultima fase del 2018 e nel primo trimestre di quest’anno. Il dato della flessione è pesante: -24,26%, anche se realizzato in un mese scarsamente significativo nei volumi a causa delle ferie estive. Il comparto ha immatricolato 10.451 Passenger Cars contro le 13.799 di agosto 2018, ossia 3.348 in meno. Il consuntivo annuale raggiunge le 193.313 unità, contro le 196.460 del periodo gennaio-agosto 2018. La flessione è dell’1,6% corrispondente a 3.147 vetture consegnate in meno. Sul versante dei veicoli commerciali leggeri, invece, la flessione è stata ancora più pesante: soltanto 1.818 nuove targhe rispetto alle 2.457 dell’agosto precedente. Nel cumulato 2019, il saldo è in leggero attivo: +0,94% (sono solamente 294 LCV in più).

Ad agosto il calo delle immatricolazioni di noleggio a lungo termine ha riguardato entrambe le principali tipologie di operatore: le società captive, cioè quelle controllate da costruttori automobilistici (Leasys, Mercedes-Benz Charterway, Free2Move Lease-PSA, ES Mobility-Renault/Nissan e Volkswagen Leasing) hanno fatto segnare una flessione del 28,09%, mentre i generalisti Top, ossia le principali società di noleggio che offrono prodotti multimarca (ALD Automotive, Alphabet, Arval, Athlon, Car Server, LeasePlan e Sifà) hanno fatto registrare un calo del 23,42%. Nel cumulato, invece, le captive vanno a gonfie vele (+20,01%), mentre i generalisti perdono il 15,34% dei volumi delle immatricolazioni.

Nell’ambito del noleggio a breve termine, ad agosto le immatricolazioni si sono mantenute sostanzialmente sugli stessi livelli del 2018: 3.635 nuove targhe contro le 3.644 dello scorso anno. Nel cumulato gennaio-agosto, il dato è positivo: +2,7%. Con 149.943 immatricolazioni e un incremento di 3.942 unità.

 

LE ALIMENTAZIONI NEL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE

I dati rappresentati in questo studio si riferiscono al noleggio a lungo termine in Italia negli anni dal 2015 al 2019. E riguardano le tipologie di alimentazione delle vetture (e dei veicoli commerciali leggeri) scelte dai clienti, con un’ulteriore suddivisione tra le due principali categorie di fornitore: i player generalisti Top (ALD Automotive, Alphabet, Arval, Athlon, Car Server, LeasePlan e Sifà) e gli operatori captive (Leasys, Mercedes-Benz Charterway, Free2Move Lease-PSA, ES Mobility-Renault/Nissan e Volkswagen Leasing). Per un confronto omogeneo i dati si riferiscono al periodo gennaio-agosto per tutti gli anni presi in considerazione.

I generalisti abbandonano il diesel

Nel long rent le percorrenze medie sono molto più elevate rispetto a quelle effettuate dai clienti privati, quindi la scelta economicamente più conveniente rimane indiscutibilmente ancora quella del gasolio, anche se i limiti di circolazione e, soprattutto, il calo dei valori residui delle auto diesel stanno progressivamente orientando le scelte verso le alimentazioni alternative, in particolare l’ibrido. In termini di numeri assoluti, il diesel nelle flotte di noleggio a lungo termine degli operatori generalisti Top quest’anno presenta gli stessi volumi del 2015 (quando però il mercato era nettamente più ridotto): 72.593 Passenger Cars immatricolate da gennaio ad agosto di quest’anno contro le 70.829 del 2015. Ma il confronto con gli anni più recenti chiarisce che il calo del gradimento per l’auto a gasolio è concreto anche nel noleggio: nel 2018 le immatricolazioni furono 96.238 (il calo è dunque del 25%). Cresce invece vigorosamente il ricorso all’auto a benzina +44,6%, ma si tratta di volumi ancora inferiori alle 20.000 unità. Stupisce, invece, il calo delle vendite di alimentazioni alternative: -4% le ibride, -34% le auto a metano, -17% quelle a gpl. Ma non sarebbe un’analisi corretta se non si guardasse ai numeri assoluti dei player generalisti a confronto con quelli dei concorrenti captive. Quest’anno i generalisti hanno immatricolato oltre 9.600 vetture ibride (contro le circa 10.000 del 2018). Mentre le captive hanno fatto registrare nel 2019 un aumento del 406%, riuscendo però a sfiorare solamente le 1.000 unità complessive. Ossia un decimo rispetto ai generalisti. Insomma: l’approccio delle captive all’ibrido è una novità di quest’anno, mentre i generalisti già da tempo hanno abbracciato questa soluzione.

Dove i noleggiatori generalisti mostrano di aver acquisito la leadership è il comparto dell’elettrico: quest’anno hanno targato ben 1.371 auto di questo tipo, con un incremento del 16%. Il vero balzo in avanti, però, l’hanno compiuto nel 2018 quando, pur in assenza di incentivi, hanno targato il 250% di auto elettriche in più rispetto al 2017.

Tra le ibride, è prevalente la scelta del motore elettrico abbinato a un motore endotermico a benzina: è la soluzione più diffusa nei listini e anche quella che garantisce il miglior equilibrio prezzo/prestazioni. Però, in termini di quote, è leggermente in calo rispetto all’anno scorso, perché stanno crescendo i contratti di noleggio per soluzioni ibride ancora meno costose (ma, al tempo stesso, meno efficaci dal punto di vista della riduzione delle emissioni e consumi): le mild-hybrid (a benzina e, soprattutto, diesel, quest’anno passate da 54 a 998 unità).

Nell’ambito dei veicoli commerciali (fino a 3,5 ton), per i player generalisti la scelta del gasolio è, ovviamente, quella di gran lunga maggioritaria. Ma cresce il ricorso al metano (+196%), al gpl (+71%) e all’elettrico (+247%). Persino per gli autocarri a benzina la crescita è vigorosa: +102,7%. Il diesel, invece, quest’anno ha perso 21 punti percentuali (mentre l’anno scorso era addirittura cresciuto del 12%).

Le captive iniziano a puntare sull’ibrido

Qui la parte maggiore dei volumi la sviluppa Leasys, captive del Gruppo FCA, che nei suoi listini di ibrido non ha nulla. Nonostante questo, le società di noleggio controllate dai costruttori sembrano quest’anno voler recuperare il gap a tutti i costi. Sono loro infatti a far segnare tassi incrementali più vistosi nelle elettriche (+74%), nelle ibride (+406%), nelle auto alimentate a metano (+15%) e a gpl (+110%). Ma i numeri assoluti sono comunque ancora bassi. Delle 83.374 vetture immatricolate quest’anno in 8 mesi dalle captive, ben 78.889 sono a benzina o diesel. Con il gasolio che fa segnare addirittura un piccolo incremento sul 2018 (+5%). In compenso, i clienti che optano per l’auto a benzina, sono cresciuti del 51,9%, passando da meno di 18.000 a più di 27.000. Si tratta, quasi sempre, di vetture di piccole dimensioni noleggiate da privati attraverso la rete dei concessionari: la struttura commerciale dei dealer infatti si sta fortemente orientando verso la proposizione della formula del noleggio a lungo termine (ormai un preventivo su due richiesto da cliente è alternativo all’acquisto convenzionale).

Le auto elettriche noleggiate quest’anno dalle captive sono state 706 in 8 mesi: +74%, ma sono la metà rispetto a quelle immatricolate dei generalisti. Le ibride, invece, hanno raggiunto le 996 unità (+406%), ma sono un decimo rispetto alla flotta ibrida dei generalisti.

Nell’ambito dei veicoli commerciali leggeri, si nota il progressivo abbandono della soluzione metano (-42%), a favore del benzina (di cui si sono decuplicate le immatricolazioni). Il diesel è in controtendenza e fa segnare un incremento del 13%. Quasi inesistente il mercato dell’elettrico per le captive di noleggio, mentre è zero assoluto quello dei veicoli da trasporto leggero ibridi.

 

LE ALIMENTAZIONI NEL NOLEGGIO A BREVE TERMINE

I dati rappresentati in questo studio si riferiscono al noleggio a breve termine in Italia negli anni dal 2015 al 2019. E riguardano i rent-a-car Top (Avis, Europcar, GoldCar, Hertz, Locauto, Sicily by Car/Italy by Car) e il canale “Rental Dealerships, le immatricolazioni uso noleggio delle concessionarie, che molti considerano alla stessa stregua delle km zero. Per un raffronto omogeneo i dati si riferiscono al periodo gennaio-agosto.

Nella scelta della tipologia di alimentazione, l’influenza dell’utilizzatore finale, il cliente, è minima. Molto spesso le scelte dei rent-a-car sono più legate a opportunità commerciali offerte dai costruttori: il canale dello short term, infatti, è tipicamente una valvola di compensazione per i volumi di fabbrica degli OEM, oltre che un’occasione per far testare i nuovi modelli ai potenziali acquirenti.

Rent-a-car diesel? Sempre di meno

Tra gli operatori Top sembra ormai al tramonto l’opzione del diesel: -27% quest’anno (quasi 20.000 immatricolazioni in meno). Mentre cresce il ricorso al benzina (+39%). Se l’anno scorso (e più ancora negli anni precedenti) il diesel immatricolava tra i rent-a-.car più del doppio, quest’anno gli acquisti sono quasi alla pari. Le elettriche, invece, stentano a decollare: soltanto 40 unità targate quest’anno (esattamente come nei due anni precedenti). In crescita, per contro, le ibride +133%, anche se siamo su numeri assoluti ancora bassi (2.216 unità). Soltanto due le tipologie di ibrido: ibrido+benzina (1.546 unità) e mild-hybrid diesel (667). Metano e gpl? Praticamente a quota zero.

Tra i veicoli commerciali leggeri, la scelta è unidirezionale: i noleggiatori a breve termine hanno in flotta solamente autocarri a gasolio.

I concessionari preferiscono le benzina

Nelle immatricolazioni di noleggio a breve termine, i dealer quest’anno fanno registrare il sorpasso del benzina sul diesel: 11.000 contro 9.500. Lo scorso anno erano 8.000 contro quasi 14.000. E negli anni precedenti il rapporto era ancora più favorevole verso le auto a gasolio. Ma, mentre l’auto elettrica è pressoché inesistente nelle flotte di rent-a-car dei concessionari, l’auto ibrida sale a tassi vertiginosi: +333%. Però siamo ancora su volumi modesti (416 unità).

In compenso, la flotta dei dealer è variegata: ci sono ibride plug-in, ibride+benzina e persino molte mild-hybrid. Nel comparto del gas, invece, il trend è differenziato: sì al metano (+85%), pollice verso al gpl (-55%). E tra i veicoli commerciali leggeri? Anche in questo caso la scelta dei concessionari punta sul diesel, nonostante qualche esemplare con alimentazione a corrente sia stato immatricolato. E persino qualcuno a benzina.

In caso di pubblicazione, indicare sempre: “Elaborazione Dataforce su fonte Ministero Infrastrutture e Trasporti e ACI”.

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