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Comunicato Stampa Dataforce: Mercato Autovetture e Veicoli Commerciali Febbraio 2025

Roma, 03.03.25

Roma, 3 marzo 2025

I risultati del mercato dell’auto in Italia di febbraio sembrano la fotocopia di quelli di gennaio: una flessione di media entità per le Passenger Cars (-6,22%) e un calo nettamente più grave per il comparto dei Light Commercial Vehicles (-17,04%). Quest’anno il mese di febbraio ha contemplato una giornata lavorativa in meno rispetto all’anno scorso (20 anziché 21). A destare maggiori preoccupazioni è il canale dei privati (-10,8% nel comparto vetture), mentre quello del noleggio a lungo termine ha risollevato la testa (+13,5%), ma solo grazie alle Captive.

Nel mese che si è appena concluso, anche tutti gli altri canali della distribuzione delle Passenger Cars hanno chiuso con un arretramento superiore alla media del mercato, km0 incluse, salvo le immatricolazioni dirette delle aziende che hanno sfiorato il pareggio. La flessione accentuata dei privati, pari a oltre 9.000 targhe in meno, ha determinato un calo importante nella quota di mercato di questo canale, sceso al di sotto del 55% sul totale, quasi 3 punti in meno rispetto a febbraio 2024. Viceversa, con 4.000 immatricolazioni in più, il canale del NLT risale di oltre 4 punti nei confronti dello stesso mese dell’anno scorso, superando quota 24%. Le auto-immatricolazioni, invece, si attestano al 9%, con un calo di mezzo punto.

Come dicevamo prima, la ripresa delle immatricolazioni del long rent ha per protagoniste soltanto le società captive, ovvero quelle controllate dai costruttori automobilistici, che a febbraio hanno quasi raddoppiato le targhe (+82,64%), mentre gli operatori generalisti top hanno fatto segnare un calo del 14,18%, i player di media dimensione -53,17% e i piccoli che operano su aree locali sono scesi dell’11,41%. Con la performance di febbraio, le società captive hanno superato i volumi dei top. Protagoniste del mercato del NLT sono state soprattutto Leasys, che ha incrementato parecchio le immatricolazioni di Fiat Panda, Citroen C3, Peugeot 2008, Jeep Avenger e Opel Corsa e ha iniziato la commercializzazione di Alfa Romeo Junior. Più che raddoppiate le targhe di Kinto Italia, la captive di Toyota, che ha spinto molto su C-HR, Yaris e Aygo X. ES Mobility, la compagnia di NLT di Renault, Dacia e Nissan, ha targato 100 Renault 5 E-Tech e ha ripreso a promuovere la Spring.

A livello di alimentazioni, nel mese di febbraio i risultati migliori sono stati segnati dalle BEV e dalle ibride “vere”. Le auto elettriche pure hanno registrato una crescita di quasi il 38%, sfiorando le 7.000 immatricolazioni, le plug-in hybrid a +33% (circa 6.200 unità), le full hybrid hanno registrato una crescita delle immatricolazioni di oltre 16 punti (quasi 17.000 immatricolazioni). In flessione le nuove targhe di auto a benzina e soprattutto diesel. Leggero arretramento per le auto a gas.

Come il mese scorso, Dataforce aggiunge nelle sue statistiche italiane il calcolo progressivo (in milioni di euro) dei debiti e dei crediti CO2 maturati sulla base delle effettive immatricolazioni, per canale, per tipologia di alimentazione e per marca. Un indicatore indispensabile per comprendere l’entità della sfida e i conseguenti rischi economici e sociali che incombono sull’industria automotive e su tutti i cittadini dell’Unione. Gli OEM del mercato Italia hanno già accumulato sanzioni nei confronti dell’UE di 634 milioni di euro (a gennaio erano 321 mln). La media delle emissioni di CO2 è scesa leggermente: dai 119 g/km del primo mese dell’anno a 118 g/km del bimestre ma, come si può immaginare è anni luce dal traguardo prefissato.

Guardando al settore dei veicoli commerciali leggeri, il passivo è molto pesante: -17,04%, pressoché identico a quello di gennaio. Tutti i canali sono in sofferenza, con la performance peggiore da parte del NLT (-26,12%), seguita da quella del NBT (-25,78%), dalle auto-immatricolazioni (-17,48%), dai “privati”, cioè micro-imprese, artigiani e professionisti (-15,31%) e dalle società che acquistano direttamente (-8,17%). Nel complesso a febbraio il mercato dei veicoli commerciali leggeri ha perso quasi 3.000 targhe e ha già accumulato 90 milioni di euro di sanzioni.

 

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NOTA METODOLOGICA: a partire da quest’anno Dataforce presenta i dati delle nuove immatricolazioni comprensivi delle importazioni senza targa, ovvero quei telai completi dei documenti omologativi emessi all’estero che vengono importati e targati per la prima volta in Italia.

Un’altra novità importante è la simulazione dei debiti e crediti che i costruttori dovranno gestire qualora l’Esecutivo del Parlamento Europeo confermasse l’applicazione delle norme Cafe. Il calcolo è presente nelle tabelle per canale, marca e alimentazione.

 

“Guardando ai risultati di CO2 media per canale in Italia, potrebbe sembrare che oggi scendere sotto i 110 g/km non sia possibile” commenta Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia. “I canali che fanno questo risultato sono il Noleggio a Lungo Termine e le auto-immatricolazioni, gli altri viaggiano molto, molto più in alto mentre l’obiettivo di 93,6 g/km resta lì, lontano, con tutto quello che si porta dietro. I primi 5 paesi europei in termini di volumi di immatricolazioni stanno tutti più o meno come noi in termini di emissioni medie, a parte la Francia, che ha chiuso il 2024 raggiungendo quel target. Dovranno essere i virtuosi del nord Europa a compensare le nostre cattive propensioni di acquisto… e i bilanci miliardari degli scorsi anni di molte Case Auto. Le simulazioni che stiamo facendo attualizzando i dati per stimare gli importi delle multe a fine 2025 non raccontano di una vera sterzata in termini di riduzione dei volumi e/o di crescita delle BEV che possa azzerarle. Se la revisione del sistema di calcolo del fringe benefit qui in Italia toglierà ulteriore potere di acquisto alla maggior parte degli utilizzatori di auto aziendali, se la nostra Agenzia delle Entrate decide che le ricariche elettriche debbano essere tassate in capo al dipendente, al contrario di quanto accade per benzina e gasolio, dobbiamo tenere a mente che la potentissima lobby ambientalista T&E – Transport & Environment, non potendo ancora proporre alla Commissione UE di inserire un chip nel cervello di chi le elettriche proprio non le vuole, chiede di obbligare le flotte aziendali con più di 100 veicoli ad acquistare o noleggiare solo elettrico dal 2030. Il mercato per la EU e per T&E deve restare imbavagliato, non ha il diritto di parlare e deve fare ciò che è giusto, per il nostro bene. Voi ringraziate?”.

MERCATO VETTURE

A febbraio sono state targate 139.013 automobili nuove (9.226 in meno rispetto allo stesso mese del 2024), con un saldo negativo del 6,22%. Pressoché stabile la flessione nel primo bimestre: -6,04%. In due mesi il mercato dell’auto ha già perso 17.500 targhe rispetto al 2024. A febbraio il canale dei Privati ha fatto peggio della media del mercato, con una perdita di 9.231 unità che corrispondono quasi esattamente alla flessione dell’intero mercato. I privati hanno targato 76.205 automobili nuove (-10,8%). La market share del canale più importante precipita al di sotto del 55% (a gennaio la quota era arrivata a superare il 63%). Il canale delle vendite dirette alle aziende (società in proprietà e leasing) conferma l’andamento negativo, ma attenua l’impatto a -1,3% con 7.192 immatricolazioni (soltanto 95 in meno). Bene il comparto del noleggio a lungo termine: +13,52%, con un volume di nuove targhe pari a 33.808 unità (sono 4.026 in più) e una market share del 24,32% sul mercato Passenger Cars nel suo complesso. Molto male a febbraio il noleggio a breve termine, che fa registrare una flessione del 20,27%. Lo short rent ha targato nel secondo mese dell’anno soltanto 9.293 automobili (2.362 in meno). Le auto-immatricolazioni sono state invece 12.515, con una flessione di 1.564 unità. Il passivo è ascrivibile unicamente alle targhe in uso proprio delle Case e dei Concessionari, mentre quelle destinate al noleggio sono in attivo, anche se su volumi modesti.

L’analisi delle emissioni medie indica che le immatricolazioni del primo bimestre si sono attestate a 118 g/km di CO2, il che porterebbe a un livello di sanzioni complessive di 634 milioni di euro, per due terzi dovute ai privati (390 milioni), che hanno raggiunto un livello di CO2 identico alla media complessiva del mercato. Nettamente superiori le emissioni del canale società: 137 g/km (per 58 milioni di euro di multe). Il comparto più virtuoso è invece il noleggio a lungo termine: 110 g/km di CO2, con un progressivo sanzioni di 94 milioni. Alta la media dei rent-a-car: 125 g/km per multe pari a 41 milioni di euro. Le auto-immatricolazioni, infine, “contribuiscono” per altri 40 milioni di euro.

MERCATO VEICOLI COMMERCIALI LEGGERI

In ambito LCV, il mercato continua a rimanere su livelli modesti, facendo segnare il settimo ribasso consecutivo: -17,04% a febbraio dopo il -17,3% a gennaio. Il settore dei veicoli commerciali leggeri ha targato 14.370 unità nel secondo mese dell’anno, 2.951 in meno rispetto allo stesso mese del 2024. Tutti i canali della distribuzione sono rimasti in rosso: i “privati” (ditte, artigiani e professionisti) -15,31%, le aziende che acquistano direttamente hanno contenuto le perdite rispettivamente a -8,17%. Sono questi i due canali che hanno performato mediamente meglio rispetto al mercato complessivo LCV.  Il noleggio è stato quello che ha fatto registrare il disavanzo peggiore: -26,12% per il lungo termine, mentre Il breve termine ha fatto segnare un risultato similare, -25,78%. In linea con la media del mercato il passivo delle auto-immatricolazioni: -17,48%.

L’analisi delle emissioni medie indica nel primo bimestre 187 g/km di CO2, con le ditte, gli artigiani e i professionisti attestati a 192 g/km e le intestazioni dirette delle Società a 194 g/km. Ancora più ampio lo sforamento dei noleggi a breve termine che hanno fatto registrare una quota media di 209 g/km. Più virtuosi, invece, i noleggi a lungo termine, che si sono attestati a 175 g/km, accumulando comunque sanzioni teoriche per 19 milioni di euro, su un totale per gli LCV a gennaio-febbraio di 90 milioni, oltre la metà dei quali ascrivibili agli acquisti delle società.

IL MERCATO PER MARCA

Fiat si mantiene al vertice della classifica dei marchi preferiti: a febbraio non riesce però a rimanere sugli stessi livelli di immatricolazioni del febbraio 2024: 15.224 nuove targhe (2.545 in meno). Al secondo posto si piazza Toyota (+1,62%), che scavalca Dacia (+14,7%) e Volkswagen (+2,92%). Di rilievo gli incrementi di MG (+47,58%), di Mercedes (+27,21%) e BYD che ha ormai superato di slancio le 1.000 unità al mese. Tra i risultati negativi, Renault (-20,84%), Ford (-15,32%), Hyundai (-19,66%), Suzuki (-29,41%) e Opel (-33,2%).

A livello di multe per le emissioni di CO2, Fiat, che ha un obiettivo di 97,5 g/km, ha raggiunto una media nelle vendite di gennaio-febbraio di 116 g/km, e dunque ha accumulato 55 milioni di sanzioni teoriche. Ben più virtuosa Toyota che, con un obiettivo di 97,2 g/km, a gennaio si è attestata a 94 g/km ed è quindi in credito di 6 milioni. Dacia, che ha un obiettivo di 99 g/km, si è attestata a 111 g/km, e quindi ha assommato 25 milioni di multe. I debiti di Volkswagen, invece, sono quasi gli stessi di Fiat: 54 milioni, perché a fronte di un target di 94,4 g/km le sue emissioni medie per le auto targate a gennaio sono di ben 125 g/km. Da segnalare infine che BYD, a fronte di un obiettivo di 88,8 g/km, ha immatricolato un mix di vetture con una media di appena 12 g/km, quindi ha meritato crediti per 16 milioni di euro. Tesla raggiunge in un solo bimestre 11 milioni di crediti.

Nell’ambito dei veicoli commerciali leggeri, se a gennaio Ford era diventata leader di mercato per la prima volta in Italia, Fiat a febbraio è ritornata al primo posto, sebbene con una contrazione delle immatricolazioni rispetto a febbraio 2024 del 24,2%. Ford è seconda, ma anch’essa perso terreno: -15,14%. Terza è Iveco (-22,87%) e quarta Renault (-26,09%). Tutti gli altri brand non raggiungono le 1.000 unità/mese.

Nella tabella successiva, diamo evidenza anche della situazione per Gruppi. I primi 3 in classifica sono tutti in negativo: Stellantis è sempre in difficoltà, perdendo il 14,6% delle immatricolazioni sul mese, e la quota di mercato che scende al 30,5%. Il Gruppo Volkswagen è al 15,7%, cala del 9,1% e ottiene buoni risultati soltanto con Volkswagen (+2,9%) e Skoda (+8,6%). Il Gruppo Renault attenua le perdite a -1,35%, grazie a Dacia (+14,7%) e nonostante Renault (-20,8%). il Gruppo Toyota sale all’8,4% di market share ed è il primo dei gruppi top a crescere anche nei volumi: +3,6%. Calo importante per Hyundai-Kia: -17%. In crescita Geely: +5,5%.

TOP 5 MARCHE E MODELLI PER ALIMENTAZIONE

I modelli più apprezzati tra quelli a benzina (comprese le mild hybrid) sono tutti del Gruppo Stellantis e tutti in crescita nelle immatricolazioni rispetto all’anno scorso: Fiat Panda, Citroen C3, Jeep Avenger (con un vistoso +61,5%), Peugeot 208 e 2008. Tra le diesel (anche MHEV) la Top 5 è: BMW X1, Volkswagen Tiguan e T-Roc, Mercedes GLC e Volkswagen Golf. Tra le full hybrid Toyota è leader con Yaris e Yaris Cross, terza (ed è una sorpresa) MG ZS, seguita da un’altra Toyota, la C-HR e dalla Nissan Qashqai. In ambito plug-in hybrid, è ancora una Toyota a dominare la Top 5 con la C-HR in edizione “alla spina”, significativo il secondo posto della BYD Seal U, e a seguire Ford Kuga, Volkswagen Tiguan e BMW X1. Tra le elettriche pure, le prime 5 posizioni vanno a Citroen C3, Tesla Model 3, Dacia Spring, Tesla Model Y e appare per la prima volta la Hyundai Inster. Nella graduatoria delle auto a gas, ovviamente solo modelli a gpl: Dacia Sandero, Dacia Duster, Renault Captur e Clio. Quinta posizione per la DR 5.0.

CHANNEL MIX

Nel settore delle vendite a clienti privati, che è il canale a più alta marginalità per gli Oem, leader di mercato nei volumi nel secondo mese del 2025 è Dacia che ha consegnato 9.716 Passenger Cars ai privati e che in questo canale ha una quota del 94,3%. Seconda è DR: 93,4% di vendite ai privati. La media della quota di mercato di questo canale a febbraio è del 54,8%.

Nell’ambito degli acquisti aziendali diretti, la quota più significativa del mix di febbraio 2025 è sempre quella di Mercedes, che è del 25,4% (in crescita di 4 punti rispetto a gennaio), a fronte di una media di mercato per questo canale del 5,2%. Il comparto delle flotte in proprietà è strategico anche per le politiche commerciali di Mini (16,8%), BMW (11,9%), Audi (11,4%), Ford (6,9%) e Volvo (6,3%).

Tra i veicoli commerciali leggeri, a febbraio i mezzi a gasolio hanno continuato il trend negativo nelle immatricolazioni (-16,5%), in pratica confermando la flessione generalizzata del comparto LCV, ma salgono di quota all’85,8%. In ripresa le immatricolazioni di veicoli commerciali elettrici (+25,5%) con volumi omeopatici: 472 immatricolazioni rispetto alle 376 del febbraio precedente. Per il momento, la quota degli LCV a batteria supera appena il 3%. Sempre su volumi modesti i mezzi da lavoro ibridi: full hybrid e plug-in hybrid sono al 2% di quota di mercato.

ALIMENTAZIONI

Tra le Passenger Cars, dove il mercato nel suo complesso a febbraio è calato del 6,2%, le auto a benzina hanno fatto segnare una flessione dell’8,7% ma permangono sopra al 50% di quota (esattamente si piazzano al 52,7%). Le mild hybrid superano, anche se di poche unità, le immatricolazioni di benzina senza sistema di ibridizzazione. Le diesel hanno registrato un arretramento del 26,2% nelle immatricolazioni e la quota di mercato è scesa al 15,4% (oltre 4 punti in meno). Le uniche tipologie di alimentazione in effettiva espansione sono quella elettrica che a febbraio ha incrementato le immatricolazioni del 37,7%, raggiungendo il 5% di quota, e anche le ibride vere (plug-in hybrid +32,7%, full hybrid +16,3%) che raggiungono una quota complessiva del 17,1%.

Tra i veicoli commerciali leggeri, a febbraio i mezzi a gasolio hanno continuato il trend negativo nelle immatricolazioni (-16,5%), in pratica confermando la flessione generalizzata del comparto LCV, ma salgono di quota all’85,8%. In ripresa le immatricolazioni di veicoli commerciali elettrici (+25,5%) con volumi omeopatici: 472 immatricolazioni rispetto alle 376 del febbraio precedente. Per il momento, la quota degli LCV a batteria supera appena il 3%. Sempre su volumi modesti i mezzi da lavoro ibridi: full hybrid e plug-in hybrid sono al 2% di quota di mercato.

ULTIMI 3 GIORNI

La corsa all’immatricolazione negli ultimi tre giorni feriali di gennaio (26-27-28) è leggermente cresciuta: il 39,1% sul totale. A febbraio soltanto tre brand hanno targato almeno la metà delle loro auto negli ultimi tre giorni: Hyundai (60%), Opel (58,2%) e Volkswagen (55,7%). Il brand meno attivo negli ultimi 3 giorni è stato Dacia (17,5%).

I veicoli commerciali leggeri targati negli ultimi 3 giorni di febbraio sono stati il 37,8% del mercato totale, una quota in linea con i mesi precedenti. Più attive nelle targhe di fine mese sono state Fiat (60,7%), Opel (55,6%) e Citroen (53,8%).

In caso di pubblicazione, indicare sempre: “Elaborazione Dataforce su fonte Ministero Infrastrutture e Trasporti e ACI”.

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