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Facciamo il punto: il noleggio dei veicoli commerciali alla prova del Covid

Roma, 04.11.20

Dati alla mano, i furgoni hanno subito meno la crisi rispetto alle vetture. La ragione va cercata nella logistica, che con le restrizioni alla mobilità ha avuto un boom.

Il comparto dei veicoli commerciali ha reagito meglio alla crisi del Covid-19 rispetto all’auto, sia dal punto di vista delle vendite sia dei noleggi, nel breve come nel lungo termine. Un’impressione confermata dai dati:

IL PUNTO CON SALVATORE SALADINO

Dopo un primo semestre del 2020 da dimenticare per tutti, causa Covid-19, i veicoli commerciali hanno registrato una flessione inferiore rispetto alle passenger cars. Da luglio abbiamo assistito a una reale inversione di tendenza: a settembre gli LCV nel Noleggio a lungo termine sono addirittura cresciuti del 47%.

Nel cumulato gennaio-ottobre i veicoli commerciali calano del 20%, mentre le auto del 31%. In particolare:

  • Nel NLT il calo è del 15% per gli LCV e del 28% per le auto
  • Nel Rent-a-car il calo è del 26% per gli LCV e del 52% per le auto

La crescente attenzione delle società di noleggio nei confronti degli LCV è dovuta al fatto che con le restrizioni alla mobilità il settore della logistica diventa ancora più essenziale e va potenziato.

Le differenze regionali

In questo caso, non valutiamo il noleggio perché i dati risulterebbero falsati dalle province con IPT auto ridotta, ma basta andare a considerare la proprietà o il leasing finanziario per rendersi conto che al primo posto c’è la Lombardia (con il 23%) seguita da Emilia Romagna, Veneto, Piemonte (tutte tra il 9 e il 10% di quota) e la Toscana e il Lazio con il 7%. È uno specchio della concentrazione della piccola e media impresa italiana.

Le alimentazioni

Il mix di alimentazioni negli Lcv è poco cambiato, al contrario di quanto accaduto sul mercato vettureIl diesel vale ancora l’88% del settore ed è quasi lo stesso dato del 2019, perché la reale economicità dei costi di esercizio è determinante nella scelta del mezzo.

A breve ci sarà il sorpasso dell’ibrido sulla benzina, ma per ora entrambi viaggiano attorno al 3% di quota.

Il passaggio all’elettrico è in forte ritardo: i limiti stanno nel costo dei mezzi, nella carenza di infrastruttura e nella scarsa disponibilità di gamme estese di prodotto.

Bilancio e previsioni

A fine anno è prevista una chiusura a 145.000 veicoli commerciali immatricolati, con un calo di mercato del 19%. In particolare:

  • Le auto immatricolazioni calano del 40%
  • Il NLT cala del 16%
  • Il Rac cala del 23%

Per il 2021 le previsioni dipenderanno poco dalla pandemia e molto dalla volontà del Governo di costruire una politica fiscale efficace sugli autoveicoli.  Non servono incentivi, ma basterebbe allineare la nostra fiscalità a quella dei Paesi europei più virtuosi.

 

In caso di pubblicazione, indicare sempre: “Elaborazione Dataforce su fonte Ministero Infrastrutture e Trasporti e ACI”.

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