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Mercato auto, l’anno nuovo inizia male: gennaio vendite a meno 7,5 per cento

Roma, 01.02.19

Il diesel è al tracollo: -31,4% e per la prima volta da 16 anni perde la leadership a favore delle auto a benzina. In forte flessione anche le vendite di vetture a metano mentre crescono quelle alimentate a benzina (+27,8%), ibride (+17,8%) ed elettriche (+9,3%)

Inizia male il 2019 per il mercato dell’auto: a gennaio le vendite hanno fatto segnare una flessione pesante, meno 7,55% rispetto allo stesso mese del 2018 con “appena” 164.864 vetture immatricolate. L’ecotassa non è ancora arrivata (si parte tecnicamente a marzo), ma i primi effetti negativi inizano già a farsi vedere: una sorta di effetto placebo che influenza prima del tempo il mercato. D’altra parte se secondo il Governo l’auto “è nemica”, il mercato si adegua sempre velocemente a questi segnali di guerra psicologica.

In questa debacle ci sono però degli aspetti positivi: crescono le immatricolazioni dei privati (+4,1%), anche se poi si assiste ad una flessione consistente delle immatricolazioni a società (-29,5%) e ad un calo delle vendite a società di noleggio (-17,8%), segno inequivocabile di un’economia che inizia a stagnare.

E veniamo alla tipologia di auto vendute: il diesel continua il suo tracollo con una flessione del 31,4% (oltre 30.000 vetture in meno immatricolate), scendendo al 41,1% di quota di mercato, oltre 14 punti in meno del gennaio 2018. Il tutto a vantaggio della benzina che diventa la motorizzazione più rappresentativa del mercato, raggiungendo il 45,1% del totale (+12,6 p.p.), incrementando i volumi del 27,8%. Anche le vetture ibride crescono del 17,8%, confrontandosi comunque con il +51% del gennaio 2018 e salendo al 5,1% del totale mercato (+1,1 p.p.), caratterizzate in parte da una fase di attesa dei clienti privati in vista dell’introduzione del bonus per le vetture fino a 70 g/km di CO2 a partire dal 1° marzo prossimo, mentre risultano sempre dinamici gli acquisti di noleggio e società.  Crescono sempre le vetture elettriche che segnano un +9,3% (allo 0,2% di quota), le principali beneficiarie del bonus. Il Gpl in gennaio segna una crescita dell’8,2%, salendo al 7,3% di quota.

Nella classifica dei modelli più venduti del 2019, la Panda rimane in testa alla graduatoria e fa segnare un recupero record: +31,03%. Della citycar Fiat ne sono state immatricolate 14.551 unità. Al secondo posto della Top Ten modelli del mese scorso è rimasta la Lancia Ypsilon, anch’essa in forte crescita (+55,35%, con una quota “fisiologica” di km zero inferiore al 15%). Terza è la Citroen C3 (-11,01%), seguita da Volkswagen T-Roc, che quadruplica le consegne, Toyota Yaris (+10,6%), Dacia Duster (+16,41%), Volkswagen Polo (+4,66%), Renault Clio (+5,98%), Fiat 500X (-40,55%) e Peugeot 208 (-1,57%). Da notare che mancano sempre nella Top Ten due bestseller del calibro di Fiat 500 e la Ford Fiesta (che a gennaio ha dimezzato le vendite).

In questo contesto, Fca incassa il record della Panda e chiude gennaio con quasi 39.800 immatricolazioni e una quota del 24,1%, con un calo di consegne quindi del 21,64% rispetto allo stesso mese di un anno fa, quando erano state vendute 50.759 Vetture del gruppo. Il calo di Fca è superiore a quello del mercato, ma Pietro Gorlier (Chief Operating Officer per la regione EMEA di FCA) spiega che “in un mercato in discesa FCA continua a privilegiare le vendite a privati, dove aumentiamo le nostre immatricolazioni del 16%, ben oltre l’andamento del mercato. Con soddisfazione vediamo Fiat Panda, Lancia Ypsilon e Alfa Romeo Stelvio in testa nelle vendite dei loro segmenti”.

“Guardando alle prospettive di medio termine, considerando che gli effetti del bonus-malus non sono ad oggi prevedibili – afferma Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – secondo le ultime stime del nostro Centro Studi e Statistiche, elaborate incrociando i driver economici e settoriali in uno scenario macroeconomico rivisto al ribasso, il deciso rallentamento della domanda interna peserà anche sugli acquisti di autovetture ed il mercato nel 2019 proseguirà su un trend di ridimensionamento, come anticipato ed in linea con quanto osservato nel 2018”. “L’anno – prosegue Crisci – dovrebbe chiudersi in ulteriore flessione dell’1,1% a 1.888.500 unità, oltre 21.000 in meno delle 1.910.000 del 2018. Il contesto economico in peggioramento contrasterà con lo stimolo che negli auspici del Governo dovrebbe venire dal bonus previsto per le vetture fino a 70 g/km di CO2. L’effetto del bonus-malus dovrebbe essere più di sostituzione che di vendite aggiuntive, data la crescente incertezza generale e considerati gli effetti negativi, anche psicologici, su tutti i potenziali clienti di vetture a più alti consumi. Gli impatti sul mercato comunque saranno tutti da verificare”.

Molto preoccupati anche i concessionari: “L’anno parte in decrescita – spiega il loro presidente Adolfo De Stefani Cosentino, numero uno di Federauto, la Federazione dei concessionari auto – e questa per noi non rappresenta una prospettiva felice. Fisiologicamente gennaio è un mese positivo, tranne che negli anni di crisi. E noi di crisi ne abbiamo abbastanza, avendone alle spalle una piuttosto lunga, che ha lasciato sul terreno il 48% delle concessionarie”.

Per quanto riguarda invece il diesel, “Il tema delle alimentazioni è quello a cui va dedicata la riflessione più significativa – spiega Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia – perché le vendite di auto a benzina sono ormai al livello di quelle a gasolio (per le prime a gennaio una crescita del 28%, per le seconde un decremento di pari entità). Ma non sono certo le 16.500 auto a benzina in più, le 1.000 a gpl e le 1.300 ibride a compensare le 31.500 vetture a gasolio che si sono perse rispetto al 2018″.
“Sarebbe opportuno – conclude Saladino – che il Governo e le autorità locali tornassero sui propri passi, e magari si parlassero fra loro, viste le direzioni opposte prese dai loro provvedimenti, ammettendo che le auto a gasolio di ultima generazione sono ecologicamente valide e vantaggiose anche nei termini del costo d’esercizio: se non da incentivare all’acquisto, almeno da non penalizzare nella circolazione”.

E sempre a proposito di diesel, “Per la prima volta da settembre 2003 – spiega Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA – le macchine a gasolio in calo del 31% e con una quota del 41% del totale immatricolato, perdono la leadership di mercato a favore delle auto a benzina, che rappresentano il 45% del mercato”.

Ovviamente questa situazione desta preoccupazione negli operatori del settore, ma è assolutamente da escludere che l’impatto sulle vendite possa essere anche soltanto lontanamente paragonabile a quello del crollo che si ebbe nella crisi iniziata nel 2008. Dall’inchiesta congiunturale mensile condotta dal Centro Studi Promotor sui concessionari auto emerge infatti una ragionevole cautela sul prevedibile andamento della domanda, ma per gennaio viene segnalata una discreta tenuta degli ordini unita ad una buona affluenza di visitatori nelle show room, visitatori richiamati anche dalle molte novità offerte dalle case automobilistiche. Per quanto riguarda le previsioni gli operatori interpellati manifestano poi giudizi sostanzialmente in linea con quelli espressi nell’ultima parte del 2018. In particolare in gennaio il 69% degli interpellati ipotizza a tre/quattro mesi domanda stabile o in aumento, mentre il 31% è pessimista. Secondo il Centro Studi Promotor il quadro di inizio anno è coerente con la previsione di un mercato 2019 in moderato calo sull’anno precedente.

In caso di pubblicazione, indicare sempre: “Elaborazione Dataforce su fonte Ministero Infrastrutture e Trasporti e ACI”.

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